SILVANA MOSSANO
Un impasto di farina e una brocca di latte. Quando c’è poco d’altro da portare in tavola, latte e farina sono molto. Lo sono per chi li riceve e per chi li offre, il passaggio da chi ha di più a chi ha di meno è il gesto in cui si consolida la solidarietà, il mutuo aiuto, il fondamento di una società sana ed equilibrata.
All’Istituto Comprensivo Valenza «A» (che dal 1° settembre sostituirà la «A» con l’autorevole intitolazione a Paolo e Rita Borsellino) nel giro di meno di una decina di giorni gli oltre mille alunni dei vari plessi (medie Pascoli, Anna Frank e San Salvatore, materne ed elementari di Bassignana, Castelletto Monferrato e San Salvatore) hanno raccolto 260 litri di latte e 270 chili di farina. Bricchi e pacchetti che i bambini e i ragazzini hanno portato a scuola giorno dopo giorno e accatastato nei corridoi fino a che sono stati consegnati ai parroci dei paesi e ai volontari della Conferenza di San Vincenzo de Paoli di Valenza per essere distribuiti a chi li ha tanto apprezzati.
«E’ bastato lanciare l’idea e tutti hanno risposto con un gesto semplice. Far comprendere il significato della solidarietà e della condivisione della ricchezza, quale che sia, è educazione civica: si fa vivendo e emulando gli esempi. E la Scuola, inoltre, assolve in modo nobile e concreto al proprio compito formativo» ha spiegato il preside Maurizio Carandini divulgando la notizia dell’iniziativa sul sito web, nel capitolo delle «charity» di cui il Comprensivo valenzano si fa promotore da tempo (analogamente le raccolte di fondi in tempo di covid, i panettoni a Natale e altro), utilizzando anche il linguaggio universale della musica.
Di latte, farina e di educazione alla solidarietà c’è gran necessità: il latte è nutrimento di colazione o cena, la farina si trasforma in pane o focaccia, l’educazione alla solidarietà è lievito madre per le persone responsabili e sane che la scuola si impegna a crescere.