Sergio Salvi, autore de La Recensione del Sabato
«Apeirogon», autore Colum McCann, traduzione di Marinella Magri, pubblicato nel 2020, edito in Italia da Feltrinelli nel 2021, quinta edizione nell’«Universale Economica», marzo 2024 pp. 518.
In una frase: intenso, immenso, indispensabile.
Sommario: 1. l’autore, 2.il titolo, 3 struttura e tema del racconto.
1.Colum McCann (in foto, scrittore irlandese, naturalizzato statunitense, vincitore del National Book Award nel 2009, con il romanzo «Questo bacio vada al mondo intero») è autore di sette romanzi e tre raccolte di racconti. Nato (1965) e cresciuto a Dublino, ha ricevuto numerosi premi letterari, i suoi lavori sono stati tradotti in più di 40 lingue. Insegna «scrittura creativa» all’Hunter College e vive a New York.
2.«Apeirogon» è una parola che deriva «dal greco apeiron: illimitato, infinito, unitamente alla radice indoeuropea per, tentare, rischiare» (p. 469). In geometria l’apeirogon è un poligono con un numero infinito di lati, gonia, in greco, angolo. «Nel suo insieme, un apeirogon si avvicina alla forma di un cerchio, ma una visione ingrandita di un suo piccolo segmento appare come una linea retta. E’ possibile arrivare infine a qualsiasi punto dell’insieme. Ogni luogo è raggiungibile. Ogni cosa è possibile, anche l’apparentemente impossibile». (pp 102. e 469). McCann ha utilizzato questa figura geometrica teorica come metafora della complessità infinita del concreto e tragico conflitto in Terra Santa; una serie di guerre, di atrocità, di scempi che oltre ai protagonisti e alle vittime principali (in ordine alfabetico, israeliani e palestinesi) ha coinvolto e continua a coinvolgere arabi, europei, uomini e donne di grandi e meno grandi potenze extraeuropee, insomma, l’intera umanità.
3.«Questo è un romanzo ibrido con un nucleo di invenzione, un’opera di narrazione che, come ogni narrazione, cuce insieme congetture, memorie, fatti e inventiva. Inoltre raccoglie elementi da amici e conoscenti di tutto il mondo che mi hanno aiutato in innumerevoli modi… Mi hanno aperto la loro casa, concesso di accedere agli archivi, assistito nella ricerca, fornito ispirazione… recuperato le fonti e i permessi, concesso rifugio…». (p. 515, Ringraziamenti). Il cuore della vicenda è costituito da due episodi realmente accaduti: nel 1997, una ragazza israeliana, Smadar, di 14 anni, viene uccisa in un attentato suicida di terroristi palestinesi; dieci anni dopo, Abir, una bimba palestinese di 10 anni, viene colpita a morte da un proiettile di gomma, sparato da un soldato israeliano appena maggiorenne. I rispettivi padri, Rami e Bassam, devastati dal dolore, in tempi diversi e seguendo un proprio percorso, interiore e famigliare, arrivano a riconoscersi, ad affratellarsi, a diventare testimoni della non violenza. L’autore, attorno a questa storia così vera e commovente, ha raccolto e distillato tantissimi fatti e pensieri, con il risultato di regalare al lettore un’esperienza indimenticabile. La struttura del romanzo è singolare: ben 1001 capitoli messi in sequenza come i gradini di una doppia scala, con una salita di 500 gradini (capitoli da 1 a 500) e una discesa uguale (capitoli da 500 a 1), in cima si trova il capitolo 1001, una sosta di riepilogo prima di cominciare la discesa: “C’era una volta, non tanto tempo fa e non tanto lontano da qui, Rami Elhanan, un israeliano, un ebreo, un artista grafico, marito di Nurit, padre di Erik e Guy e Ygal, padre anche della compianta Smadar, che in sella alla sua motocicletta viaggiò dalla periferia di Gerusalemme al monastero di Cremisan, nella città a maggioranza cristiana di Beit Jala, vicino a Betlemme sulle colline della Giudea, per incontrare Bassam Aramin, un palestinese un mussulmano, un ex carcerato, un attivista, nato nei pressi di Hebron, marito di Salwa, padre di Aarab e Areen e Muhammad e Ahmed e Hiba, padre anche della compianta Abir, di dieci anni, colpita a morte dalla pallottola di una guardia di frontiera israeliana senza none a Gerusalemme Est, quasi dieci anni dopo che la figlia di Rami, Smadar, a due settimane dal suo quattordicesimo compleanno, fu uccisa da tre attentatori suicidi palestinesi».(p. 265).
Molti «gradini» delle due rampe della scala sono costituiti da poche frasi, anche da una sola, qualche volta c’è semplicemente una fotografia, un disegno, uno schizzo. I due capitoli 284, in salita e in discesa, sono vuoti, uno spazio bianco, silenzio, forse l’invito a una preghiera. I capitoli più lunghi (una quindicina di pagine) sono l’ultimo in salita e il primo in discesa, entrambi con il numero 500.
Qualche capitolo/gradino si ripresenta nel percorso con parole identiche o molto simili: una sorta di promemoria.
1001 capitoli, come il numero di fiabe de Le notti arabe, più conosciuto come Le mille e una notte; la sera Rami leggeva a Smadar una versione per bambini de Le mille e una notte in ebraico. Al capitolo 25, in discesa, quindi verso la fine della narrazione, troviamo: «Le mille e una notte: uno stratagemma per la vita di fronte alla morte»(p.497).
La storia del rapporto tra i due padri, allargato alle vicende dei componenti delle due rispettive famiglie, è inserita in una folla di notizie storiche, artistiche, naturalistiche e curiosità di cronaca spesso sorprendenti e scioccanti. Un immenso coro di voci multiformi, proveniente da tutti i tempi e i luoghi dell’umanità, un’armonia coerente per guidare, ostinatamente, il lettore a comprendere che la sola possibilità di intravedere una speranza per fermare la guerra, la crudeltà, le uccisioni è la strada scelta da Bassam e Rami: utilizzare il dolore comune come arma per cercare la pace.
Finale: Il massacro e i rapimenti compiuti il 7 ottobre del 2023 dai terroristi di Hamas e la sanguinosa vendetta ordinata dal governo israeliano hanno gravemente peggiorato la situazione raccontata in questo romanzo. L’orrore sembra non avere limiti, proprio come i lati di un apeirogon. Eppure Parent’s Circle Forum, l’associazione che riunisce famiglie israeliane e palestinesi che hanno perso i propri cari a causa del conflitto, nella quale operano attivamente anche Bassam e Rami, dopo il 7 ottobre ha intensificato la sua azione, nonostante la crescente ostilità e il desiderio di vendetta che si è diffuso tra entrambe le parti.
«Il Vangelo dell’ ”amate i vostri nemici” è la magna charta della non violenza cristiana… nessuna religione è terrorista… solo la pace è santa, non la guerra!» (dal messaggio di Papa Francesco per la 50° giornata della Pace, 1 gennaio 2017).

E’ la sola strada possibile per contenere almeno i danni di questa tragedia: il perdono reciproco.