«Non è successo niente di grave». Anni ’80 in Brianza, il romanzo “noir” raccontato dalla penna del cronista

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  1. Quel passaggio di otto/ nove cin tutto quello che ne consegue descrive molro bene le reazioni degli abitanti delle piccole comunita’ di fronte a eventi imprevisti che generano poi un clima di generale sospetto. Come e’ vero e come lo capisco molto bene….
    Grazie Sergio per lo stile sempre molto pulito e pertinente.

  2. Come sempre lo stile e’ pulito e adeguto, grazie Sergio.
    La storia in modi diversi richiama quanto avviene nei piccoli centri quando capita un fatto inatteso. Le valutazioni si moltiplicano e se poi c’ e’ un 8/9 che aiuta si scatenano i sospetti piu i verosimili. E’ una reazione che conosco molto bene avendo vissuto a lungo in piccole comunita’. Che scrive consce certamente i tasti giusti da toccare per creare il giusto clima.

  3. Mi chiamo Besozzi e Caterina è mia cugina. Non è un medico ma siamo tutti della provincia di Varese!
    Mi ha fatto un po’ effetto

  4. Penso che il cognome sia diffuso e l’autore, che conosce bene quel territorio, l’ha scelto per coerenza con la narrazione. E’ un po’ come, nel Monferrato casalese, il cognome Patrucco… Comunque, sì, può fare un certo effetto…

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