E’ guerra: diario triste di pensieri sparpagliati. 24 febbraio 2022

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  1. Eh Silvana, condivido tutto e, come tutti credo, mi sento impotente. Mi chiedo però cosa succederebbe se chiedessimo di comportarci come se ci fosse stato un terremoto, un alluvione, chiedendo e imbracciare vaghe, badili, portando cibo, latte e ospedali da campo. Cercando di fare economia per non sprecare il tanto che abbiamo e ingrassare quelli che vendono il gas, e comprano armi. Chiedendo di non venderle più le armi, anche se lavorassimo alla Beretta o alla oto melara. Invece cerchiamo di mettere sanzioni a quelli che ci forniscono sperando che non sentiremo l’effetto “rin..culo”; peggio invocheremmo le armi se solo non ne avessimo ormai paura. Forse non abbiamo più neanche l’idea di società, di valori, e ci stupiamo adesso che qualcuno voglia imporci la sua idea, i suoi criteri senza che ne subiamo gli effetti.

  2. Dal tuo scritto.
    Penso: se dovessi fuggire, lasciare la mia casa e le mie cose……
    Domanda senza risposta. Non si può rispondere.
    L’angoscia blocca, ti senti travolto dal mondo che tri crolla addosso.
    Che la speranza non ci abbandoni…

  3. Condivido le tue riflessioni inerme contro tanta follia. Il “buon senso “ porti alla Pace. Non abbiamo metabolizzato nulla dalle altre Guerre!

  4. Cara Silvana, hai perfettamente espresso i pensieri, la rabbia, le incertezze, le paure di tutti noi che la guerra l’avevano solo sentita raccontare da genitori e nonni. E mi chiedo che mondo stiamo lasciando ai figli e soprattutto ai nipotini che con questi problemi, guerre inquinamento, disastri ambientali, mancanza di lavoro…. stanno già convivendo da piccoli…. Sono giorni molto tristi e di impotenza

  5. Cara Silvana, che brutto momento stiamo vivendo, non pensavo che avrei visto quegli orrori che mamma, papà, nonni mi avevano raccontato. Rabbia tristezza dolore impotenza mi accompagnano tutti i giorni e ti rendi conto che le preghiere, anche quelle del Papa, non vengono ascoltate. E tutti quei bambini…quelle povere donne. Sono anche loro, purtroppo, a combattere questa guerra di prepotenza e sopraffazione. Possiamo dire solo “speriamo”

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