Il sindaco al processo Eternit Bis: «L’amianto ha bloccato lo sviluppo della città»

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  1. Continua la tua narrativa puntuale e precisa su quando accaduto nel nostro territorio da molti anni e ancora succede. Giusto processo e sentenza mai più ripagata per chi non è più con noi a cui rivolgo un ricordo nella preghiera. Grazie Silvana

  2. Cara Silvana grazie per il resoconto così ricco e pieno di temi per riflettere. Per me è sempre terribile toccare l’argomento Eternit. Nonostante le grandi cose fatte dai cittadini, dalle Istituzioni e da te con le tue denunce e i resoconti, il dolore torna ogni volta che se ne parla. E questo è un bene. Perché soltanto se si attraversa il dolore si reagisce con forza ad un’ingiustizia così enorme. Mi ha colpito la testimonianza della dottoressa Patrucco. Ho conosciuto persone che come lei andavano a giocare e a fare il bagno sulla “spiaggia della morte”. Non ci sono più. Mi auguro solo che questo processo si concluda presto e possa vincere la Giustizia.

  3. Grazie Silvana, per il tuo costante impegno a scrivere in modo puntuale e preciso, sulla tragedia che ha colpito la nostra comunità.

  4. Come sempre la tua ricostruzione dei fatti è precisa e molto dettagliata. La leggi e ti resta dentro. Non si potrà dimenticare, non si deve dimenticare.

  5. Condivido in pieno il tuo punto di vista sull’importanza dell’informazione per continuare la lotta contro le conseguenza dell’amianto. Se lo diciamo a voce alta ci verrà sempre più riconosciuto questo ruolo di città ‘faro’ per il mondo. Di città fortissima e bellissima. Di comunità solidale, che sa rincuorare tutti quelli che soffrono per l’amianto

  6. I tuoi scritti sono di una precisione unica, purtroppo tu hai conosciuto il problema da vicino. È impressionante ripercorrere le tappe di questa vicenda e non avere ancora una giustizia “giusta”e altrettanto lo sono i racconti dei diretti interessati. Mi ha molto colpita la testimonianza di Nicola Pondrano, non si può dimenticare. Speriamo che non vengano dimenticati nemmeno i tanti, troppi morti

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