Signor Stephan Schmidheiny, questa è la comunità casalese «esemplare e moralmente integra» (sono le parole esatte con cui è stata definita dai suoi stessi difensori, al processo Eternit Bis) che ha subito e sta subendo la tragedia dell’amianto. Questo è il modo con cui questa gente perbene – senza dimenticare nessuno di chi l’amianto si è portato via, e con gratitudine per chi ha dimostrato (e dimostra) forza d’animo e alleanza nella battaglia contro l’amianto che ancora graffia e uccide, e senza cedere all’abbrutimento di chi trasforma il dolore in rabbia vendicativa – questa gente perbene, dicevo, genera figli che investono nella speranza. Faccia anche lei la sua parte, signor Schmidheiny: investa concretamente e direttamente nella ricerca di quella cura che metterà questi nostri figli al sicuro dal mesotelioma. E così anche tutti i figli e le figlie del mondo. Lo faccia, adesso.
Quello che segue è lo sfoglio del «diario» quotidiano con la narrazione per immagini delle iniziative che hanno caratterizzato l’edizione 2025 della Giornata mondiale per le vittime dell’amianto. A Casale Monferrato e dintorni si è fatto così.
CITTADINI ONORARI DI CAVAGNOLO

Domenica 27 aprile, a Cavagnolo, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Andrea Gavazza, è stata conferita la cittadinanza onoraria a Romana Blasotti Pavesi, storica presidente dell’Afeva (Associazione famigliari e vittime amianto), morta lo scorso anno, a Raffaele Guariniello, magistrato del pool di pm di Torino (con Sara Panelli e Gianfranco Colace) che ha svolto le indagini e ha promosso il Maxiprocesso eternit per disastro ambientale, Bruno Pesce e Nicola Pondrano, i sindacalisti che hanno coordinato (e ancora lo fanno) la battaglia casalese contro l’amianto.
IO CORRO PER PICA

Domenica 27 aprile, si è svolto, per le vie della città, l’evento podistico «Trofeo Avis Casale Monferrato – Memorial “Io Corro per Pica”», ricordando le vittime dell’amianto. «Pica» era il fratello dell’attuale presidente dell’Afeva, Giuliana Busto. È morto di mesotelioma, il cancro causato dall’amianto, quando aveva soltanto 33 anni. Podista affermato, salutista, bancario, non ha mai lavorato all’Eternit, né ha avuto famigliari dipendenti della fabbrica. Ha respirato l’aria infettata, ad esempio allenandosi sulla pista sportiva a pochi passi dallo stabilimento.
PREMIO VIVAIO ETERNOT

Lunedì 28 aprile, nella cadenza ufficiale della Giornata per le vittime dell’amianto, è stato assegnato il Premio Vivaio Eternot: è il riconoscimento destinato a persone, enti e amministrazioni, scelti da una giuria su una rosa di candidature, che si sono distinti nell’impegno profuso per la cura, la ricerca, la divulgazione dell’informazione, oltre che in significative azioni di bonifica, battaglie sociali e legali correlate ai danni causati dall’amianto.

Il Premio Vivaio Eternot consiste in una pianta di Davidia Involucrata, conosciuta anche come «albero dei fazzoletti», parte integrante del monumento vivo Vivaio Eternot (ideato dall’artista Gea Casolaro), situato nel Parco Eternot: un vivaio che genera piante sul terreno dove un tempo era la fabbrica Eternit. Dopo gli interventi del sindaco Emanuele Capra, dell’assessore all’Ambiente Gigliola Fracchia, della Direttrice del Centro Studi Patologie Ambientali di Alessandria Marinella Bertolotti e della Presidente di AFeVA Giuliana Busto, sono stati insigniti del Premio 2025: Ad essere stati insigniti del premio sono stati:
1) Simona Martinotti, ricercatrice del Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale.
2) Carolina Mensi, biologa epidemiologa, dirigente alla Clinica del Lavoro di Milano, Fondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, responsabile del Centro Operativo Regionale Lombardia per i mesoteliomi.
3) Dario Mirabelli (in memoria, scomparso prematuramente a febbraio scorso), scienziato, epidemiologo di fama internazionale, consulente nei processi Eternit, medico già responsabile del Registro dei Mesoteliomi del Piemonte.
4) Claudio Saletta, ex sindaco di Sala Monferrato, già ispettore dell’Ispettorato Provinciale del Lavoro di Alessandria; in primo piano, in ambito professionale, amministrativo pubblico e personale nelle iniziative contro l’amianto.
5) Benedetto Terracini, epidemiologo, ha fondato nella seconda metà degli anni 70 la Cattedra di Epidemiologia dei Tumori dell’Università degli Studi di Torino, la prima in Italia, che si è sempre caratterizzata per l’attenzione rivolta ai rischi di cancro per i lavoratori. I risultati degli studi epidemiologici condotti a Casale sono stati il pilastro fondante della documentazione sul disastro e sulle morti da amianto presentata in giudizio nei vari processi Eternit.
6) Greta Tomaello, laureata con 110 e lode al Dipartimento di Giurisprudenza di Rovigo dell’Università di Ferrara, con una tesi in Diritto penale dal titolo «La responsabilità penale da esposizione all’amianto: la svolta del caso Eternit e le prospettive future».
7) Giuseppe Valesio, giornalista de «La Voce», settimanale di informazione dell’Epodierese, del Chivassese e del Vercellese, ha seguito tutte le vicende legate all’amianto. È autore del libro «La nuvola di polvere».
8) Maria Wojtowics e Emanuele Lauria (in memoria), già, rispettivamente, responsabile del Laboratorio Analisi e responsabile del Centro regionale “Settore Amianto, fibre minerali ed organiche, naturali ed artificiali” di Grugliasco; sono stati i precursori della lotta all’amianto in Piemonte. A Casale Monferrato, con la collaborazione del dottor Angelo Mancini, dirigente medico dell’Asl, effettuarono i primi rilievi nello stabilimento Eternit necessari a predisporre il capitolato d’appalto per la bonifica della fabbrica dismessa. Hanno anche messo a punto una procedura di bonifica innovativa, per le aree contaminate a causa degli usi impropri dell’amianto (polverino), successivamente approvata dal Ministero dell’Ambiente e adottata come prassi su tutto il territorio del Sito di Interesse Nazionale (Sin).
CORONA PARCO ETERNOT
Lunedì 28 aprile, a mezzogiorno, al Parco Eternot, autorità e cittadini hanno preso parte alla cerimonia di deposizione di una corona e un mazzo di fiori ai piedi della lapide posta a ricordo di tutte le vittime dell’amianto.
SALA «ETERNIT GIUSTIZIA» A CAMAGNA

Giovedì 1° maggio, in occasione della Festa dei lavoratori, l’amministrazione comunale di Camagna, guidata dal sindaco Claudio Scagliotti, ha intitolato alle vittime dell’amianto la locale «Sala conferenze del Museo della Resistenza». Presenti alla cerimonia la presidente dell’Afeva, Giuliana Busto, il presidente della sezione locale Anpi, Luigi Baracco, e Pruno Pesce, portavoce del Comitato Vertenza Amianto, che ha detto: «Ricordare oggi significa non solo rendere omaggio a chi ha perso la vita, ma anche rinnovare l’impegno per prevenire nuove tragedie e garantire condizioni di lavoro sicure per tutti».
PULMINO AMICO & AFEVA
Sodalizio tra Pulmino Amico (presieduto da Mario Botta) e Afeva (presieduto da Giuliana Busto); sabato 3 maggio, in piazza Mazzini, è stato suggellata un’alleanza, già esistente nei fatti: sui mezzi di Pulmino Amico è stato apposto il simbolo di Afeva (Associazione famigliari e vittime amianto). Il gesto di alto significato simbolico si estrinseca in modo concreto nell’accompagnamento costante dei pazienti (tra cui quelli malati di mesotelioma) ai luoghi di cura per ricevere le terapie idonee. E’ un altro tassello che rinsalda la cosiddetta «multinazionale delle vittime», come ebbe a definirla tempo fa Bruno Pesce.
IL MARE DI CASALE
Mercoledì 30 aprile, oltre 1.100 scolari e studenti delle scuole casalesi – dalle elementari alle superiori – sono stati protagonisti della performance artistica collettiva «Il Mare di Casale», ispirata all’opera di Ugo Nespolo, artista biellese diplomatosi all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, con una lunga carriera internazionale caratterizzata da opere per il mondo del cinema, della musica, della pubblicità e delle arti visive, che ha conservato sempre uno stile giocoso e profondamente legato ai temi sociali e culturali.
L’evento, fortemente coinvolgente, ha rappresentato l’ideale collegamento fra il Giorno della Terra (che si celebra il 22 aprile) e la Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto (che cade il 28 aprile). Un mosaico di 75 metri quadrati è stato composto, su un grande striscione steso su gran parte di piazza Mazzini, con disegni ispirati al tema della bellezza della natura e contro gli inquinamenti; parole chiave: Aria, Acqua, Terra, Clima, Biodiversità, Bonifica, Cura, Amianto, Ambiente. Spiegano i promotori: «Il “Mare di Casale”, immaginando le conseguenze dei cambiamenti climatici e collocando, così, il centro monferrino a poco più di 50 chilometri dalla riviera, è un invito a non aspettare passivamente gli eventi, ma privilegiando, in ogni modo, rispetto alla verità scientifica, la scelta di ridurre le emissioni climalteranti, impegnandosi affinché prevalgano le azioni di mitigazione e adattamento». Il «Mare di Casale Monferrato» è un’idea dell’Aula delle Due A – Amianto & Ambiente, realizzato con la collaborazione della Rete ScuoleInsieme, AFeVA, Legambiente circolo Verde Blu, e ECOFFICINA SRL. Il progetto ha il patrocinio della Città di Casale Monferrato e il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fabriano.
Quanta bella energia! La nostra speranza. E l’altra, grande, speranza è che il tuo appello a Schmidheiny non resti inascoltato
Grazie Silvana….le tue parole..esaltano e rendono, in noi, più forte la memoria della sofferenza e del dramma che le persone, tutte, hanno vissuto e continuano a vivere questo di terribile male….i colpevoli non li perdoneremo mai…siano un po’ umani investendo in ricerca e cura…per il bene della umanità…tvb ..grazie
Grazie Silvana! Come sempre puntuale e precisa . Auguriamoci che il sig. “Eternit” legga quanto da te e tutti noi richiesto : ricerca continua . Buona domenica senza dimenticare chi non è più tra noi .
Quanti decenni di impegno lotte e sofferenza sono stati portati avanti per fare riconoscere i danni causato dall’ amianto le cui patologie oggi sono state riconosciute dall’I.N.A.I.L. riconoscimento che aiuta ad ottenere ‘ non sempre” giustizia per le famiglie degli ammalati.
Oggi mi trovo a combattere e siamo in attesa di una prima sentenza per coloro che sono stati contaminati dall’ acqua potabile inquinata dai perfluoroalchilici, PFAS ad istanze bevute inconsciamente per decenni dai rubinetti di casa.
Tante sono le analogie che ci portano ad analizzare gli aspetti in comune di queste due vicende ,che se si differenziano per la tipologia di produzione ,non si differenziano nel comportamento di coloro che producevano e producano queste sostanze malefiche ancora i PFAS presenti nel nostro sangue e nostri organi essendo queste sostanze endocrine così dette eterne per la loro impossibilità di essere eliminate in tempi brevi dal nostro corpo.Sono 5 anni che il processo penale in assise udienza dopo udienza va avanti ora siamo giunti quasi alla prima sentenza,augurandoci tutti che la giustizia sia tale ,non accetti i comportamenti mantenuti in dispregio della salute umana per un profitto malato indegno di una società civile.Le mie solo poche righe ma tanti sono gli aspetti che sarebbero da segnalare .Chi può ci segua io ci sono mi sono fatta oltre 120 udienze come rappresentante di Medicina Democratica e lo farei ancora se costretta perché una giustizia ci deve essere si deve ricercare sempre